Pagina:Morbosità Emma Arnaud.pdf/37

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bianchi, superbi, nel loro candore tranquillo di perla orientale, si sentì follemente felice di essere bella, e sorrise.

Non avrebbe potuto dormire, sedette nella poltrona accanto al letto e posò i piedini nelle babbuceie di raso nero; quelle pianelle stonavano, parevano calzate nel piede d'una statua o ne guastavano la perfozione. Forso Diana se ne accorse e con quell’istinto che è nella donna di sentirsi bella scostò quelle searpettine da bambola e restò coi piedi nudi, le mani inrociate, la testa china sul petto, bella e pensosa sotto il tiepido lume della lampada che ne illuminava i capelli dando al bruno dei riflessi azzurrognoli,


La marchesa Elena Malaspina aveva appena finito di pranzare, e stava sorbendo il caffè nella sua vasta sala da pranzo ornata alle pare da enormi quadri di caccia intarsiati nel legno: una camera ricca e severa come tutte le altre del suo appartamento. Così vestita di nero con un largo colletto di pizzo giallognolo simvemente annoiata di chi aspetta, pareva la catellana che attendesse il ritorno del suo sposo © signore, e sembrava di udire in lontananza l’abbaiare dei bracchi ed il corno del falconieri.

$'erano dato 1'aappuntamento con la contessia Diana di Spa per le due sotto la Galleria degli Uffici, ed era — — appena, appena il mezzo tocco.

La marchesa va come avrebbe potuto