Pagina:Moro - Le lettere di Aldo Moro dalla prigionia alla storia, Mura, Roma 2013.djvu/112

Da Wikisource.

/111

debba fare, per ora, una dichiarazione ufficiale, ma solo parlarne di qua e di là, intensamente però. Ho scritto a Piccoli e a Pennacchini che è buon testimone.
A parte tutte le invenzioni che voi saprete fare, è utile mostrare una riserva che conduca, in caso di esito [contradditt confuso], negativo al coagularsi di voti contrari come furono minacciati da De Carolis e altri. Andreotti che (con il PCI) guida la linea dura, deve sapere che corre gravi rischi. Valorizzare poi l'umanitarismo socialista, più congeniale alla D.C. e che ha sempre goduto, e specie in questa legislatura, maggiori simpatie.
Forza, Renato. Crea, fa, impegnati con la consueta accortezza. Te ne sarò tanto grato.


Ti abbraccio


[tuo] Aldo Moro


9 Al presidente del Senato Amintore Fanfani1


Fogli: 2 (1 recto/verso, 2 recto).
Recapitata il 28-29 aprile e scritta a partire dal pomeriggio del 23 aprile: non è citata nella missiva all'allieva Maria Luisa Familiari del 23 aprile.


[foglio 1 recto]


Onorevole Presidente del Senato,


in questo momento estremamente difficile, ritengo mio diritto e dovere, come membro del Parlamento italiano, di rivolgermi a Lei che ne è, insieme con il Presidente della Camera, il supremo custode. Lo faccio nello spirito di tanti anni di colleganza parlamentare, per scongiurarla di adoperarsi, nei modi più opportuni, affinché sia avviata, con le adeguate garanzie, un’equa trattativa umanitaria, che consenta di procedere ad uno scambio di prigionieri politici ed a me di tornare in seno alla famiglia che ha grave ed urgente bisogno di me. Lo spirito umanitario che anima il Parla-


[foglio 1 verso]


mento ebbe già a manifestarsi in sede di Costituente, alla quale anche in questo campo ebbi a dare il mio contributo, e si è fatto visibile con l’abolizione della pena di morte ed in molteplici leggi ed iniziative. D’altra parte non sfuggono alle Assemblee né i problemi di sicurezza, che però possono essere adeguatamente risolti, né la complessità del problema politico per il quale non sarebbero sufficienti scelte semplici e riduttive.
Al di là di questa problematica io affido a Lei, Signor Presidente, con fiducia ed affetto la mia persona, nella speranza che tanti anni di stima, amicizia e collaborazione mi valgano un aiuto decisivo, che ricostituisca il Plenum del Parlamento e che

  1. A. Moro, Lettere dalla prigionia ... cit., n. 64, pp. 118-119-