Pagina:Morselli - Carlo Darwin, Milano-Torino 1882.djvu/55

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gli uomini veramente grandi per ingegno o per azioni lo furono anche per il carattere. Oggi la biografia ha assunto un indirizzo quasi esclusivamente psicologico, né si può studiare una individualità così elevata, come quella di Carlo Darwin, senza cercarvi le prove dell’armonia fra le facoltà intellettuali e le morali. Queste prove per il Darwin possono già desumersi dalla sua condotta come scienziato, dalla nobiltà dei suoi intenti, dall’elevatezza delle sue indagini, dalla costanza nelle ricerche, dall’opera medesima cui egli si dedicò per quasi mezzo secolo. Lo studio dei problemi naturali apre tali orizzonti al pensiero ed idealizza cotanto gli scopi dell’attività individuale, che non può citarsi il nome di nessun vero e grande naturalista il quale sia noto anche come colpevole o come grande vizioso: ciò non può dirsi di molti artisti e letterati, di alcuni filosofi, e meno che mai degli uomini d’arme o di Stato.

Io già accennai al contegno che il Darwin mantenne sempre in mezzo alle acerbe lotte destate dalle sue opere e fra le mille accuse che piovevano d’ogni parte contro di lui. Nemico della polemica, non sfuggiva però alla discussione, purché vi si portasse quella calma e quella dignità senza cui non v’ha progresso vero della scienza, ma vittoria dei sentimenti sulla ragione. Procedette tranquillo verso la sua mèta, non saltando ma vincendo gli ostacoli. Ogni obbiezione, qualunque si fosse il suo vero valore e da qualsivoglia parte gli pervenisse, era da lui accolta serenamente, pesata, dibattuta e respinta, senza impazienza nella disputa, senza ostentazione nel trionfo. Alcuni di questi trionfi gli furono facili, perché le obbiezioni movevano da poca sincerità o da poca intelligenza dei suoi avversari: ma di non essere compreso abbastanza mai mostrò sdegno o stupore. Mente profondamente positiva, desiderava convincere, non persuadere, e spese la vita intera per raccogliere e perfezionare le prove della sua teoria.

In più punti delle sue opere il Darwin palesa una singolare modestia. Non solo fu egli il primo ad indicare le più gravi difficoltà del trasformismo e a riconoscere l’insufficienza di alcune prove, cosicché molti suoi avversari non ebbero per combatterlo altra fatica che quella di ripeterlo; ma confessò sempre i suoi dubbii ed espresse più volte il dispiacere che le sue opinioni andassero a ferire i sentimenti della maggioranza. Considerava le teorie trasformistiche come un prodotto necessario del lavoro scientifico di tutto il nostro secolo, ma non ne rese difficile la