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vittoria con le irrequietudini battagliere e con le intemperie di forma che s’osservarono poi in molti suoi seguaci. È giusto dire che questa serenità e modestia ammirabili di Carlo Darwin più giovarono alla persuasione degli altri, che non l’avrebbe fatto un contegno provocatore; ond’io credo che, sebbene naturali in ogni carattere così nobile e alto come il suo, pure tali virtù fossero in lui anche il prodotto di una lunga e matura ponderazione. Il modo con cui rispose ad alcuni suoi oppositori mette anche più in evidenza questo pregio del Darwin: citò i critici più acerbi e quelli stessi che lo derisero e lo offesero, traendone moltissimi dall’oscurità in cui sarebbero rimasti per sempre, ma non ebbe risposte amare per alcuno.
Dove i fatti non gli porgevano sufficiente terreno per procedere sicuro, seppe sempre arrestarsi e distinguere il dominio delle ipotesi da quello delle teorie: ma delle prime aveva l’opinione del Whewell (e lo citò a proposito della Pangenesi) che «le ipotesi, comunque in parte incomplete od anche erronee, possono spesso riescir utili alla scienza». Questa scienza fu per lui l’unico nume, e le sacrificò, sacerdote e vate a un tempo dell’avvenire, tutto ciò che può dare un uomo: vita, salute, tranquillità, sentimenti, ricchezze, agi e piaceri dell’esistenza sociale. Visse solitario quasi mezzo secolo, alla campagna, traendo eccitamento al lavoro là dove altri trova invece ragione di riposo: esempio rarissimo di attività instancabile fra tutti i pensatori, se si riflette alla lunghezza e costanza dei suoi studii, ma esempio veramente unico per riguardo all’immensa riforma che egli provocò e in parte condusse a termine.
Esercitò su quanti lo avvicinarono e lo conobbero una influenza straordinaria, non tanto per le doti cospicue della mente, quanto per la singolare bontà dell’animo. Verso tutti i lavoratori, ma specialmente verso i giovani, fu ognora largo di benevoli incoraggiamenti: la sua approvazione ha giovato assai ai moltissimi che a lui si dirigevano da ogni parte del mondo e che non attesero mai invano una risposta, un parere, un consiglio, di guisa che molte opere egregie degli ultimi anni furono inspirate da lui. Io ricorderò fin che vivo la commozione che producevano in me, ancor giovane di anni ed oscuro, le prime lettere amichevoli ed incoraggianti di Carlo Darwin: certo, i sentimenti, che io provai nel riceverle e provo ora nel rileggerle dopo la sua morte, paionmi stimolo efficace a grandi opere per chi abbia avuto dalla natura i mezzi di produrle.