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ha espresso del rimorso. Il Sicard sostiene perciò che grande è il numero delle morti serene, anche se la coscienza del moribondo è lucida; ma la immensa maggioranza degli uomini muore nella più perfetta incoscienza: ossia, quasi tutti, scompariamo, per nostra fortuna, nell’“eutanasia naturale„.
Non si nega che esistano stadî preagonici dolorosissimi, ma il “passaggio„ da vita a morte non appare realmente così atroce, come ci si raffigura. Tutti conosciamo le morti rapidissime indotte dalla narcosi chirurgica (per quanto siano in fondo abbastanza rare), allorquando o per una intolleranza individuale impreveduta ed imprevedibile il narcotico abbia colpito, assiderato i centri bulbari, o si sia praticata una cloroformizzazione troppo intensa o troppo prolungata. Orbene, quei pazienti operandi passano insensibilmente, per così dire, pacificamente, dal sonno anestesico alla morte e non manifestano segni di sofferenza alcuna.
Qualora si esamini il meccanismo fisiologico della cloronarcosi, si trova che essa va dalle funzioni superiori del sistema nervoso (sensibilità cerebrale, coscienza) alle inferiori; dalle più evolute filogeneticamente e dalle più recenti ontogeneticamente a quelle che costituiscono la forma primordiale delle reazioni vitali, risiedenti nel bulbo, e che diremmo organiche (respirazione, circolazione). Ora è allo stesso modo che progredisce l’agonia: così che questa può essere conside-