Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/210

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cioè l’alienato, fisso nell’idea del suicidio o preso da violento impulso suicida, tenta o compie l’atto funesto mentre è internato in un Asilo: è un incidente che impegna troppo fino ad ora la responsabilità dei medici addetti all’Istituto di ricovero, perchè possa passare liscia la proposta del collega Britannico. Per ora la coscienza giuridica dei Magistrati non accetta tanto facilmente neanco l’ovvia tesi psichiatrica dell’inevitabilità di quei suicidî e della quasi assoluta impossibilità di impedirli, data l’agevolezza con la quale chi vuole assolutamente morire troverà sempre i mezzi per farlo in qualsiasi ambiente anche accuratissimamente vigilato. Col rigore attuale delle Legge l’alienista può sentirsi colpito dall’accusa di imprudenza o di negligenza o di imperizia nell’esercizio delle sue funzioni e incorrere in gravi rischi di sanzioni penali, fra cui presentemente fa presa il risarcimento pecuniario dei danni verso terzi. Sarà ben difficile convincere le famiglie a considerare quell’evento come una liberazione eutanatistica del loro malato, anche se fossero certi che la malattia era incurabile e avrebbe arrecato inutili sofferenze al paziente, ed ai parenti lunghe ansie, nocumento negli interessi e spese purtroppo inutili.

Ma lasciamo in disparte i casi qui prospettati di tacito incoraggiamento o di istigazione