Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/226

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rità che ancora circondano le leggi della Vita e della Morte.

Questa da noi stessi ben riconosciuta imperfezione dell’Arte medica, non è ignorata dai fautori dell’Eutanasia, ma non li arresta. Il Binding, che non essendo medico forse non sente il peso morale della responsabilità professionale e peritale che ci toccherebbe, scrive infatti: “Un errore sempre possibile nella emanazione della sentenza di soppressione sveglierebbe senza dubbio lo sdegno della gente... Ma noi sappiamo bensì che, tranne nei casi di idiotismo incurabile, e malgrado la unanimità dei periti, non c’è nessuna certezza assoluta; ciò non implica però, che si possa far senza del parere dell’uomo dell’Arte„. E soggiunge: “Sta bene; il medico può ingannarsi, ma pur bisogna ammetterne l’intervento nella procedura eutanatistica„. Ringraziamo l’egregio insegnante di Diritto per questa concessione ed anche per la sua indulgenza verso i nostri possibili sbagli di diagnosi e di prognosi; ma dubito che un medico possa sentirsene lusingato e, quel che più importa, scusato davanti alla propria coscienza.

Poco più in là il Binding, proseguendo con fredda e inesorabile logica il suo così detto ragionamento, esce in queste altre frasi che traduco alla lettera: “Dato pure che si sia commesso un errore, il risultato non ne sarebbe, tutto sommato, che un uomo di meno, la vita del quale sarebbe stata probabilmente