Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/273

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generazione indipendenti dalla volontà dei singoli, ma di natura esogena, quali sifilide, tubercolosi, malaria, pellagra, febbri infettive, morbi epidemici e malattie regionali, massime tropicali. Cominci la collettività a fare la bonifica di sè stessa tanto sotto il punto di vista fisico, quanto sotto quello morale; e si raggiungerà lo scopo della Eugenica senza sacrifici o lesioni parziali di vite ormai formate, e comunque nate, anche se con tare svalutative.


Non demoralizziamoci!


Ho tenuto per ultime alcune considerazioni d’ordine morale su quelle varietà di Eutanasia, dalle quali ho cominciato: la morte prematura concessa o legalmente sanzionata ai sofferenti, agli agonizzanti, ai decrepiti, a tutti coloro che, immersi nel dolore o nella miseria fisiologica, la nostra simpatia circonda di un sentimento di pietà, al quale essi medesimi fanno talvolta appello per finire una vita di angoscie, di pene, di impotenze.

Senza dubbio, l’uccisione pietosa sarebbe un derivato apparentemente logico e naturale della massima dell’“Aiutatevi„. In fondo, direbbe un eutanatista conseguente sino all’estremo, non sarebbe umano e perciò morale, che io prestassi l’opera mia a chi, disperato da infinito dolore, mi domandasse di essere aiutato a liberarsene? Il Régnault ha