Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/286

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che è in noi di “personale„ si dissolva nel gran Tutto (che alcuni denominano erroneamente il Nulla!) scaturisce quasi per logica irresistibile dai postulati psico-fisici. Ma questo atteggiamento mentale del ceto medico, che ha figurato per anni ed anni nella letteratura, nell’arte e nella opinione popolare come un “materialismo„, laddove è soltanto, almeno nei più colti di noi, la consapevolezza del relativismo della Scienza, non conduce alla indifferenza verso le credenze altrui, tanto meno a disprezzarle e ad offenderle.

Diciamo invece che i medici sono fra gli intellettuali la classe più propensa alle indulgenze verso i difetti, gli errori e i pregiudizi, perciò la più rispettosa degli altrui diritti sentimentali. Ben più di qualsiasi idealista fanatico, noi sappiamo riverire la Morte poichè le stiamo dinanzi quasi ad ogni momento, e scorgendovi la fatalità dell’umano destino, presentiamo pure il gelo terribile delle sue tenebre sempiterne. Ecco perchè dobbiamo assolutamente rifiutarci a spingervi i nostri simili, siano pur grandi le loro sofferenze, sia pure imminente nell’agonia il loro irrevocabile passaggio, sia pure miserabile e ignobile, indecorosa od inutile, la loro esistenza.