Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/64

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Meister, di Foscolo su Jacopo Ortis; ma in quel tumulto di passioni ultra-romantiche, la motivazione del dolore fisico, della malattia, si era dileguata: non è ricomparsa che in tempi recentissimi, non sappiam bene se anche negli statuti di quei “Club di suicidi„ (per meglio dire, di “suicidofili„) che si lesse essersi fondati qua e là, specialmente nei due paesi dalle massime stravaganze, nel Nord-America e in Russia.

Dopo il morbo che minaccia, più o men davvicino, e arreca la morte, portando con sè quale suo quasi immancabile segno di ammonizione il dolore, ecco l’agonia che la precede di poco, ne annunzia in forma terrifica la imminenza, e a poco a poco precipita la umana creatura nel Nulla o... nel Tutto!

Il pensiero si rivolta istintivamente — e Tommaso Moro, Francesco Bacone e Maurizio Maeterlinck se ne sono resi gli interpreti — all’idea che quei dolori accompagnanti quasi sempre la malattia possano turbare il paziente fino all’ultimo respiro. Purtroppo l’infelicità umana è così fatta, che vi sono casi in cui il malato passa senza pausa di pace dalle sensazioni violente del suo male a quelle supposte non meno atroci dell’agonia. Nello stesso campo neurologico vi sono malattie spaventose nella loro impla-