Pagina:Mossi - Breve descrizione dell'aquisto di Terra Santa, 1601.djvu/10

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2 Breue Deſcrizione

[versione diplomatica]


lo Inuentore fuſſi ne Re, ne Monarca, ma Pietro d'Amienſe pouero, & ſempice Eremita, il quale per tal conto, come appreſſo narrerò, meſſe inſieme infinita potenza criſtiana. Ma prima ch'io ſpieghi queſto ragionamento, è neceſſario, ch'io moſtri i Turchi. che gente foſſero, & donde veniſſero. Furono coſtoro ſecondo molti Scrittori quella gente, che Aleſſandro Magno ſerrò con porte di ferro di là, da monti Caſpi, ò vero ſecondo altri Caùcaſi per diuertire, che non ſcorreſſero per la Media, & per l'Armenia. Ma perche queſta metafora di ferrare con porte di ferro venga inteſa, voglio breuemente diciferarla; Fu il fare loro Aleſſandro queſto, l'edificare ī [Pandolfo Colenutio nel primo dell'Hiſtorie di Napoli.]quello ſtretto, ch'è infra il mare Bachù, & li monti Caſpi, la forte Città d'Aleſſandria, hoggi detta Derbrento, dà gl'Armeni chiamata Miralì, la quale per la fortezza, & ſtrettezza del luogo, doue è ſituata, e atta a impedire il paſſaggio à ogni grande eſercito. [Bugatto nel 2. delle Hiſtorie vniuerſali. Platina nella vita di Papa Stefano II. Pietro Meſſia nella vita di Goſtātino V.]Ma li Turchi, nel modo, che volſe il caſo l'anno della criſtiana ſalute circa 740 paſſorno per le dette porte della Scitia nella Media, & hauendola rouinata, & guaſta fecero il ſimile all'Armenia, & alla Perſia con altre prouincie adiacenti, & hauendo fatto tali coſe, ſi riuolſano verſo Ponēte, & ſi īpadroniſcono della Cilicia, [Andrea Cābini nel trattato de Turchi.]& coſi continouādo di guerra in guerra in verſo mezzo giorno, occuporno la Soria, & la Giudea, & per altre bande la Cappadocia, la Bitinia, la Frigia, la Pāphilia, la Liccia, & finalmente quaſi tutto quel che ſi dice Aſia minore, & in quello, che le coſe erono in ſi felice termine, auuenne, che vn Pietro Eremita Borgognone, ò vero


[versione critica]


lo Inuentore fussi ne Re, ne Monarca, ma Pietro d'Amiense povero, et sempice Eremita, il quale per tal conto, come appresso narrerò, messe insieme infinita potenza cristiana. Ma prima ch'io spieghi questo ragionamento, è necessario, ch'io mostri i Turchi. che gente fossero, et donde venissero. Furono costoro secondo molti Scrittori quella gente, che Alessandro Magno serrò con porte di ferro di là, da monti Caspi, ò vero secondo altri Caùcasi per divertire, che non scorressero per la Media, et per l'Armenia. Ma perche questa metafora di ferrare con porte di ferro venga intesa, voglio brevemente diciferarla; Fu il fare loro Alessandro questo, l'edificare in [Pandolfo Colenutio nel primo dell'Historie di Napoli.]quello stretto, ch'è infra il mare Bachù, et li monti Caspi, la forte Città d'Alessandria, hoggi detta Derbrento, dà gl'Armeni chiamata Miralì, la quale per la fortezza, et strettezza del luogo, dove è situata, e atta a impedire il passaggio à ogni grande esercito. [Bugatto nel 2. delle Historie universali. Platina nella vita di Papa Stefano II. Pietro Messia nella vita di Gostantino V.]Ma li Turchi, nel modo, che volse il caso l'anno della cristiana salute circa 740 passorno per le dette porte della Scitia nella Media, et havendola rovinata, et guasta fecero il simile all'Armenia, et alla Persia con altre provincie adiacenti, et havendo fatto tali cose, si rivolsano verso Ponente, et si impadroniscono della Cilicia, [Andrea Cambini nel trattato de Turchi.]et cosi continovando di guerra in guerra in verso mezzo giorno, occuporno la Soria, et la Giudea, et per altre bande la Cappadocia, la Bitinia, la Frigia, la Pamphilia, la Liccia, et finalmente quasi tutto quel che si dice Asia minore, et in quello, che le cose erono in si felice termine, avvenne, che un Pietro Eremita Borgognone, ò vero


Piccardo,