Pagina:Mozzoni - Del voto politico delle donne, Venezia, Visentini, 1877.djvu/6

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ga fare il men che si può nel maggior tempo possibile, il riguardoso riserbo verso gli uomini deve cedere il passo al culto imperscrittibile dei principî, i quali con, ‘’senza’’ o ‘’contro’’ gli uomini di qualsiasi parte, giungono sempre alla meta che è loro prescritta dalla legge suprema della logica. Parmi perciò dovere dei democratici di riattivare il loro apostolato e, preparando un terreno avanzato nelle opinioni, costringere il governo ad inoltrare in quella via che gli ha così solennemente indicato il voto della nazione.

Ed eccovi detto da quali idee io sono suggerita recandovi innanzi una tesi fra le più avanzate che questo secolo delle grandi preparazioni si porta nel fianco affaticato. Essa per mia disgrazia conta avversari alla destra, alla sinistra, al centro, e dentro e fuori delle due Camere. Essa non può invocare in suo favore la disciplina di partito, non le è concesso porsi all’ombra di grandi influenze, non trova punto di partenza nè punto di appoggio in nessun paragrafo delle innumerevoli leggi che si succedono, s’incrociano, e sostituiscono le une le altre.

Dessa non è sostenibile che davanti ad un pubblico altamente illuminato, avvezzo alla libera discussione, alla più larga tolleranza ed alla serenità del giudizio. Essa non è presentabile se non davanti a quelle larghe intelligenze che non precipitano i giudizî come gl’inesperti, non meravigliano di tutte le cose nuove come gl’idioti, non credono d’aver capito prima di aver discusso come gl’indotti, e non decretano non esservi luogo a procedere prima di aver bene esaminato i documenti.

Nè statemi a pensare, o signori, che codeste mie parole siano precauzioni oratorie intese a rendervi benevoli ad una tesi alla quale difettino per avventura valide dimostrazioni. Oh no! esse riguardano altri ascoltatori meno sereni e riposati, e l’anello irresistibile delle idee mi ha trascinata dalla riflessione delle difficoltà di chi parla, al debito di chi ascolta.