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108 Il Cristianesimo Felice

fuffiftere fenza l’offef» di Dio, è fuol produrrò contefe e mali peggiori. Ma circa l’ingordigia, per quanto (i Ila dato loro d’iftruzioni per bene della lor fanitàpoco profitto s’è fatto finora, prevalendo il coftume, ovvero i morii della fame, che pruovano, alle lezioni della falu- tcvol ‘ temperanza e dieta . Però continuano effi « mangiare fenza alcun riguardo ingórdamente d’ogni cofa, empiendoli il ventricolo di fròtta, e(di carne qtiafi cruda:' il che cagiona loro gravi indigeftioni, e fa che fentendofi così ripieni , van poi ad immergerli ne* Fiuny tanto la fiate, che il verno, credendo di rimediarvi ; e non fi guardano dal dormire fra l’erbe,, e falla terra umida. Da sì . fatti difordini provengono poi inol- tiffime infermità, e cattivi umori „ che trapaffa-. no ancora ne’lor Figli. Il peggio è, che cadendo malati, njuna immaginati!. cara, fanno avere, nè per sé, aè per la loro prole: laopde.fi (lima molto fana e fortunata quella. Riduzione; che compofta di fette O otto mila perfone, non abbia che ducente d’effe .confinate. io letto. Per curarli non v’ha Medico, nè Chirurgo, fe pqrtt. il Miffionario non s’intende qualche poco di Medicina, o non tien feco, qualche Fratello Coadiutore avvezzo alle Infermerie: che di quelli tali fovente fe ne conducono colà, e. faticano poi afe. faiffimo colla lor Carità, infegnaftdo ancora» ca-» var fangue, e-a «comporre .ed applicare alcuni medicamentif)i npn lieve, pelò , benché pefo caro, riefee-si glarirCQjfta di malati a i:Miffios óarj, per doverli yifitar tutti, fi. vegliare, affinché a tempo fifno applicati i rimedi.,, e-, per inviare ad oznuno.il. vitto da infermo , cheli pre*. para in cafa de’medeGmì . Padri ; Aggiungati -il mlniftrar loro i Sacramenti,: e illaffiftere ad.effi