Pagina:Muratori-Cristianesimo Felice-vol 1-1752.djvu/259

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ni, che ci fchiodò da quel mate ’d' oliò , dove flava mo quafl immobili , e -ci mitigò di molto gli eccellivi calori di quella fornace; Vero fi è, che crefcendo-fempre più etto vento , andò a fi? nire in una tempefla, la qual nondimeno! * come ti'vide in erotto, non fa pericolofa . Non ne affettate da me la descrizione : la troverete ne'Poeti e ne gli Storici. Solamente vi dirò , eh' io non aveva mai veduto tanta moltitudine di lampi, e fulmini, perché erano cosi cònfecu- rivi l’.uno all’altro, che il Cièlo, quando/ giu- gtftmmo alla notte, flava continuamente iHómi- nató. Nè mi ricordò-d’aver-mai• udito -ftrepito tale; come quello delle faette , che cadevano nell’Oceano: il che nondiméno credè 'Che -procedette dal medefimo mugito -del mare-. Quefta fti l’occafione, in cui- vidi il Sant* Elmo-) thè non è altro', che una fiammella di -fuOrt V 1* quale m - tempo della tempefta s’accende "fatta punta1 di un’albero, o eftremità d’una a n tenda , . ed è' ricevuto comunemente da i marinari per un fogno certi (fimo, ché la borafoa finirà’ pitico, e fonia pericolo della .nave* Onde è, cheatpri- mò -eòrnparire Che fa, rollo fi pongono -rutti-io ginocchioni dandogfdzieaDio, e alla ' Satmflì- mà Vergine per sì felice augurio . Erano1 adunque le due o tre della notte, e fembrava -infunare fempre più il vento, quando uno foefo -in ' rutta fletta alla camera, doké ffavàrno tbi altri , ditte, che in qneNmoriiebto s; età Veduto SanriElmo. Io allóra per chiarirmi, fe "dò fotte un’ épprenfione popolare,”® pure una Cofoefièt- tiva, mP portai fudito a- poppa, dove-raHa-ehe- mi videro : Miriti ,.Vadte, mi differòq’ artriti ivi. Mirai attentamente^fa In verità era’ 6sPf‘tioè una fiammella- ben rilucente fopra Id-eftftmkà . dell’