morti, tempeste, e fulmini; con che li fa tacere. Non rade volte ancora quelli Sacerdoti ciurmadori a nome di que’ creduti Dii istigano il Popolo ad assalir le vicine Popolazioni, e alle ruberie, e alle stragi; e quantunque alcuni pochi s’avveggano d’essere illusi, trovandosi poi vinti e spogliati da i vicini : pure con tutta la sperienza continuano a dar fede a coloro, e dopo gli oracoli offeriscono a quelle false Deità parte della lor caccia e pesca. Si lasciano anche dare ad intendere, che il Mapono sia volato in Cielo, da dove poi torna in terra dormendo in braccio della Dea Quipoci, la quale canta con assai melodia varie Canzoni, ma senza lasciarsi vedere, perchè sta ritirata nel Tabernacolo. Allora il Popolo prorompe in voci di somma allegria, dando a quella buona Dea la ben venuta con titoli di grande affetto e riverenza, a’ quali anch’essa corrisponde con somma cortesia, chiamandoli per suoi Figliuoli, e dicendo d’essere lor vera Madre, e che li difende dallo sdegno de gli Dii, che son crudeli: il perchè spesso la invocano ne’ lor bisogni, e nelle loro calamità. Tutto questo, torno a dire, è a noi permesso di riputar trufferia di que’ tristi Maponi, i quali perciò son temuti e rispettati al pari del Cacique, e ricavano dal Popolo anch’essi la decima della caccia e del ricolto. L’immortalità dell’Anime è credenza fissa anche in questi Popoli, tenendo, ch’esse sieno portate da i Sacerdoti nel Cielo per viver’ ivi eternamente in gioja. Per prestare un servigio di tanta conseguenza a quelle povere Anime, non ha difficultà il Mapono di prendere le poste verso il Paradiso. Il paese, per dove egli passa, è tutto Selve, Montagne, e Valli, dove corrono parecchi profondi Fiumi,