Pagina:Mussolini - Il mio diario di guerra, 1923.djvu/129

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benito mussolini 121

nazionale. Sosta per il rancio che confezioniamo in casa di un contadino che ci offre le marmitte. In marcia! Ora la strada riscende. Il panorama che si offre allo sguardo è sempre incantevole. Carnia pittoresca e ospitale!! Breve tappa a Paularo: un villaggio. Entriamo in una casa — che ha una certa grazia di villetta signorile — per bere un sorso d’acqua. Ci viene offerta, con gentilezza, dalle donne di casa. Tre ragazze: Mina, Antonietta, Maddalena. Noto un grande ritratto di Benedetto Cairoli e uno piccolo di Gabriele d’Annunzio. Donne italianissime. Cantiamo insieme l’inno di Oberdan. Saluti e auguri.

Ecco Comegliaus, da dove comincia la valle del Degano. Tappa serale a Rigolato, pieno di alpini del 3°. Sono giovani del ’96 provenienti da Torino. Le osterie sono affollate di soldati. Nelle strade non ci sono fanali. Buio pesto. Ma da un accantonamento, non lungi dalla strada principale, si leva un coro:

Al 27 maggio

Al tramonto del sol,
Affondavasi una barca
Nel Lago Maggior.

· · · · · · ·
Bella che dormi

Sul letto dei fior,
Svegliati e poi ricevi

Un bacio d’amor...

Il coro lento a tre voci si diffonde con una certa solennità nella notte stellata.