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nove bombe sono cadute in prossimità della nostra «ridotta» ed anche alcuni shrapnels.

Corre voce che abbandoniamo questa posizione, per recarci in altra del fronte, ma sempre in zona Carnica. Smontato di guardia.

Quando si è costretti a vivere in molti, bisogna abbrutirsi quel tanto che basti per sopportare gli inevitabili inconvenienti, d’ordine materiale, ma soprattutto spirituale, della promiscuità.

Nel pomeriggio, una valanga enorme di neve si è staccata da pendii dell’Omladet e ha imboccato due canaloni: a un certo punto, la massa bianca faceva un salto di un centinaio di metri, e riempiva col suo fragore la valle. Finalmente il Volaja mostra la sua gobba nuda e non più circondata da nebbia e nuvole.

Verso sera violento bombardamento delle nostre posizioni, sulla selletta, tra il Vas e l’Omladet.

C’è l’ordine di movimento. Si parte!

28 Aprile.


Sveglia di buon’ora. Il Volaja ci ha voluto regalare — a guisa di addio — - un’ultima bufera di