Pagina:Mussolini - Il mio diario di guerra, 1923.djvu/90

Da Wikisource.
82 benito mussolini

co» che spia e spara a cinquanta, cento metri, ciò che tiene elevato il «morale» dei soldati: non i giornali che nessuno legge; non i discorsi che nessuno tiene...

Sono religiosi questi uomini? Non credo troppo. Bestemmiano spesso e volentieri. Portano quasi tutti al polso una medaglia di santo o di madonna, ma ciò equivale a un porte-bonheur. E’ una specie di «mascotte» sacra. Chi non paga il suo tributo alle superstizioni delle trincee? Tutti: ufficiali e soldati. Lo confesso: porto anch’io nel dito mignolo un anello fatto con un chiodo di ferro da cavallo...

Questi soldati sono nella loro grandissima maggioranza solidi, sia dal punto di vista fisico che morale. Se il vecchio Enotrio Romano tornasse al mondo, dinanzi a questi uomini meravigliosi nella loro tenacia, nella loro resistenza, nella loro abnegazione, non direbbe più come un tempo:

La nostra Patria è vile!

Quale altro esercito terrebbe duro in una guerra come la nostra?


3 Novembre.


Ieri sera ci siamo spostati di duecento metri più in alto, a destra. Ora comprendo l’obiettivo della nostra azione. Bisognerebbe occupare la depressione fra il Vrsig e lo Jaworcek, per tagliare — io credo — la linea della difesa austriaca. A squadre e plotoni, abbiamo impiegato, per spostarci, quasi