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16 | NARRAZIONE DI PRATO |
ben colto, ed ornato d’alberi, sopra quali sono le viti, dalle quali si traono buoni vini, e saporite frutte, quivi si vedono assai canali d’acque chiare, onde si pescono buon pesci, fra’ quali sono le lamprede, e marzoni, quale è una spezie di pesce, che ha quasi due volte più grosso il capo, che il busto, ed è molto dilettevole a chi ne gusta.
Di Mompellieri non ne tratta nulla; ma ne ragiona innanzi Fra’ Serafino Razzi, che molto lo loda, come s’intenderà per chi legge.
E chi vede la Terra di Prato, la giudica degna di lode, e nominanza per la sua bellezza, polizia, e civiltà, come intenderete.
Giovan Villani, Matteo Villani, M. Giorgio Vasari Aretino Scrittori d’Istorie, parlando di lei, per lei per tale la nominano, lodano, e celebrano, e cosi molti altri, come si sa.
Il reverendo padre Giacopo de Voragine dell’Ordine de’ Predicatori Arcivescovo di Genova, nel suo Leggendario de’ Santi, da detto composto, e tradotto poi per il Reverendo Don Niccolao de’ Manerbi Veneziano dell’Ordine Camaldolense, Abbate del Monastero di Santo Mattia di Murano, stampato in Venezia per Matteo di Codeca da Parma nell’anno della Natività del Signor Nostro 1492. addì 16. di marzo, dice cosi.
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