Pagina:Naufraghi in porto.djvu/128

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signore un anello con una pietra violetta; e fra l’indice e il pollice la punta della penna nera. Non sapendo dove posar gli occhi smarriti, fissò la penna: e sentì un’angoscia misteriosa, come quando in sogno si aspetta un cataclisma. L’uomo continuò:

— Per quale ragione non avete celebrato il matrimonio religioso?

— Perchè eravamo poveri, e occorreva una certa somma per la festa nuziale. E quando finalmente si poteva farlo accadde la disgrazia: proprio alla vigilia... Allora si aspettò che io venissi liberato... e si aspetta ancora. Si poteva... si poteva farlo anche stando io dentro, ma è meglio aspettare...

Egli credette di vedere un atroce sorriso animare gli occhi senza sguardo del suo carnefice.

— Ebbene, — diceva il carnefice, — qui abbiamo una lettera del vostro sindaco, che ci incarica d’informarvi come vostra moglie in attesa della legge sul divorzio, intenda contrarre matrimonio religioso con un certo Dejas Brontu... Che intendete voi di fare? Che... che... che avete?

Costantino sveniva: cadde a terra come uno straccio.


IX.


In casa Porru nella «camera dei forestieri», Giovanna rimetteva in ordine certe stoffe acquistate quel giorno a Nuoro. Ella s’era ancor