Pagina:Naufraghi in porto.djvu/180

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mia sorella è ricca; eppoi non vedi come è fresca? Sembra una bacca di rosa selvatica. Dicono che essa abbia trovato un’erba meravigliosa e ne faccia un decotto che tiene fresca la pelle.

— Che Dio ti benedica; tu sei così curioso! — disse la donnina.

— Sì, maritatevi lo voglio. Mia sorella è ricca. Ciò che è mio è suo, perchè io morrò prima di lei. Non so perchè, credo che morrò presto: credo che debbano ammazzarmi...

— Va là; è il vino che oggi comincia ad ammazzarti...

— Fratellino mio, cosa dici tu? Per le animuccie del Purgatorio, cosa dici tu? — esclamò atterrita la sorella.

— Tu non hai nemici, — osservò il pescatore.

— Eppoi perisce di ferro soltanto colui che di ferro ha ferito.

— Io ho ferito, — rispose Giacobbe, con accento grave, affondando la bocca in una fetta d’anguria: — quante creature innocenti! Ah, voi non capite? Pecore e agnelli! — poi sollevò il viso, rorido del roseo sangue dell’anguria, e rise.

Dopo andarono a veder la casa nuova: era ad un piano, oltre il terreno; in tutto quattro camere vastissime, una cucina e una stalla: ma ciò bastava perchè Giacobbe, e tutti quelli del paese, la chiamassero palazzo.

— Ecco questo, ecco quell’altro, — diceva Giacobbe, additando ogni buco; ed il suo