Pagina:Naufraghi in porto.djvu/21

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Giovanna non parve neppure capire queste parole, e continuò a scuotere la testa fra le mani; zia Porredda disse convinta:

— Sì, un corno! Neppure Dio può disfare un matrimonio!

Zio Efes Maria osservò, un po’ beffardo:

— Già! L’ho letto sul giornale. Questo divorzio, adesso! Lo faranno in continente, dove, del resto, uomini e donne si maritano parecchie volte senza bisogno di prete e di sindaco; ma qui!...

— Anche qui, anche qui! — disse zia Bachisia, che aveva capito tutto.

Dopo cena, le Era uscirono per andare dall’avvocato.

— Dove le farete dormire? — domandò Paolo. — Nella camera dei forestieri?

— Sicuro. Perché?

— Perchè veramente volevo starci io lassù: qui si soffoca. Qual migliore forestiero di me?

— Abbi pazienza fino a domani, figlio mio. Esse sono povere ospiti...

— Oh Dio, che barbari costumi, quando finiranno? — egli disse indispettito.

— Lo chiedo anch’io, — aggiunse zio Efes Maria, che s’era messo a leggere il giornale.

— Hai veduto il papa, figlio mio? — domandò zia Porredda, per cambiare discorso.

— No.

— Come, tu non hai veduto il papa, dopo tanto tempo ch’eri a Roma?

— O che credete voi? Il papa sta dentro una