Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/109

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addio! 95


sfidò per venticinque anni ogni debolezza, e che si credeva invincibile. Vi basti.

— E come posso io perdervi, Valeria, ora che il mio amore si converte in culto? Non sapete....

— Addio! — interruppi bruscamente e con accento risoluto.

— No, non così — baciatemi almeno!...

Fui coraggiosa fino all’ultimo. Mi sciolsi con prestezza dalle sue braccia e fuggii nella direzione del castello chiamando ad alta voce i lumi. Tutti i servi uscirono sbigottiti.

Mio marito mi raggiunse in un attimo sgridandomi con dolcezza per essere uscita di notte a sua insaputa. Tossii molto e fui presa dalle convulsioni, che si spiegarono facilmente con un po’ di spavento preso in giardino.

Un sentimento ineffabile dominava il turbine dei miei pensieri. Al di sopra dell’agitazione della tempesta dei sensi, provavo la soddisfazione calma e profonda di aver adempito il mio dovere.

Ad Attilio che mi si era posto vicino prodigandomi mille cure delicate, osai strin-