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Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/91

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addio! 77


Io dovevo vivere.

Non mi aspettavano giorni di lutto, di angosce, di orribili battaglie? — Non dovevo portare la croce del mio rimorso? — Non dovevo scontare con un lungo supplizio un breve, ma incancellabile fallo?

Ah! morire, morire coi baci di Massimo sulle labbra, coricarmi nella stessa tomba del mio genitore e dormire tranquilli tutti e due sotto le medesime viole.... che incantevole sogno!

Ma e Attilio? Dio mio, Dio giusto, Attilio non sarà vendicato?

Sì, di una vendetta nuova e implacabile — una vendetta che egli mi fece subire tutte le ore, tutti i minuti, senza saperlo, senza volerlo — benedicendomi!

Oh! piuttosto che i suoi teneri sguardi, piuttosto che le sue parole nobili e affettuose, io avrei preferito il suo disprezzo.

Vedersi l’oggetto di un’alta stima, di un costante amore, e sentirsene indegni, è tale martirio che li supera tutti!

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