Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/92

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78 addio!


Era tepida ancora la salma di mio padre che già io avevo preso una risoluzione irremovibile: Non vedere più il marchese.

A questo scopo e secondando la profonda malinconia che mi opprimeva, decisi di non ritornare così subito in città.

Avevo bisogno di pace, di solitudine, di raccoglimento.

Il colonnello faceva delle frequenti gite, approfittando largamente di ogni giornata disponibile per passarla al mio fianco. Io era compresa da una gratitudine immensa, ma presso a lui diventavo più triste e più silenziosa.

Una lettera ardente del marchese aveva fatto vacillare, per un istante, la mia risoluzione appena nata — ma non ebbi poi bisogno di grande energia per rispondere in modo da non lasciargli alcuna speranza.

Altre lettere seguirono quella prima, le respinsi senza leggerle — ma non vedeva egli la traccia dei baci e delle lagrime sulla soprascritta mezza cancellata?

Tutti i ragionamenti che la colpa declama dalle facili tribune io tentai farli a me stessa.