Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/98

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84 addio!


La sua fronte spaziosa mostrava, tra i candori di una purezza quasi infantile, una vena azzurra rilevata che l’attraversava diagonalmente da sinistra a destra e che gonfiava all’impeto delle passioni d’affetto e di sdegno; nella calma si rilevava appena con una linea serpentina dolcissima a vedersi.

Tutta la sua fisonomia portava il carattere della lealtà e l’occhio bruno, tranquillo, rifletteva la pace di una coscienza imperturbata.

Alle sue ultime parole io non avevo risposto che internamente.

Il silenzio in quell’ora, in quel luogo, aveva qualche cosa di solenne; un’anima pura doveva sentirsi trasportata verso Iddio — la mia gemeva, accasciata.

Il viale andava man mano restringendosi verso un gruppo di alberi giganteschi, dove la luna penetrava a stento strisciando frammezzo le foglie.

Si sentiva il rumore del mare portato sul vento insieme al profumo degli oleandri e i lievi vapori sorgenti dalla terra umida impregnavano l’aria di mollezza.