Vai al contenuto

Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/99

Da Wikisource.

addio! 85


Istintivamente mi accostai a mio marito; egli circondò con un braccio il mio corpo, e così continuammo alcuni passi.

Una foglia di platano staccandosi dall’alto cadde su’ miei capelli. — Attilio la prese e la ritenne colle labbra.

Fremetti come se una lama agghiacciata mi fosse scesa dalla nuca giù nelle reni.

— Mio amore! — disse egli accarezzandomi.

Lo abbracciai disperatamente, con un impeto da pazza; ma quando di sotto ai platani egli mi trasse al raggio della luna per contemplarmi, vide il mio volto inondato di lagrime e pallido come uno spettro.

Dovette portarmi a casa sulle sue braccia.

Corcira, 22 aprile.

Eccomi finalmente tra voi, isole del mar greco, mio ardente desiderio!

Siatemi pietosi delle vostre ombre o aranci, o pallidi ulivi, nascondetemi agli occhi di tutti. Mi saranno cella le antiche foreste dove echeggiava il canto di Saffo e chiostro il mare.