Pagina:Neera - Crevalcore, Treves, 1907.djvu/128

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che alimentato dal nostro sangue sale abbruciando ogni impurità e si trasforma e vanisce e non appare più alle supreme altezze che un atto profondo ed umile di adorazione?

Si alzò e mosse alcuni passi nell’angusta cameretta in preda ad una commozione che non era tutta rappresentativa finchè arrestandosi disse dolcemente:

— Hai bisogno di tranquillità, mio povero fratello. Ti lascio, e Dio ti ispiri.

Non trovò necessario questa volta di chiedergli che cosa avrebbe fatto. Era bastata una parola perchè quell’essere pieno di fede escisse dal suo mondo fantastico, pronto all’opera, risoluto all’azione. Poteva egli retrocedere dopo di avere scritto: sono suo? Poteva riprendersi dopo di essersi donato?

Renata oramai si sentiva sicura. Già sulla soglia si arrestò un attimo a fare collo sguardo il giro della camera, abbracciando in un punto solo la persona accasciata di suo fratello e l’immagine dell’Ecce homo così tranquillo e sereno sotto la lebbra divoratrice che lo investiva tutto. Non si tro-