Pagina:Neera - Crevalcore, Treves, 1907.djvu/132

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chio sinistro dei pantaloni, dove il quadretto del disegno non riusciva più a dissimulare la giunta di un rappezzo, e si vedeva in una apoteosi futura tutto vestito a nuovo in carrozza per le vie di Ferrara. Arrotondò le labbra e suggendo l’aria con un leggero fischio si fece passare nelle fauci una corrente fresca. Fra pochi giorni — pensò — non vedrò più la faccia di questo povero diavolo.

Per quanto si sforzasse di rimanere calmo, mezz’ora prima del solito asciugò la penna, riunì i suoi scartafacci e ripose nel cassetto con certo frettoloso disdegno le maniche di tela che proteggevano ironicamente il suo logoro soprabito. Solo quando trovossi fuori, all’aperto, lasciò trapelare la gioia rumorosa di una sghignazzata e fregandosi allegramente palmo contro palmo si diede a correre verso casa tenendosi bene abbottonato.

Egli pregustava il gesto dello schierare dinanzi a sua moglie i due biglietti da mille come quello che doveva conferirgli una certa autorità da lungo tempo perduta. Il marito e l’attore vi assaporavano insieme una specie di rivincita, per cui non fu poca la sua