Pagina:Neera - Crevalcore, Treves, 1907.djvu/133

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sorpresa vedendo che Renata distoglieva lo sguardo da quel denaro con una alterezza che per lui doveva restare un enigma.

C’era sempre in Renata la patrizia che abboniva il denaro nella sua volgare forma immediata. Ella aveva bisogno di non vederlo per intraprenderne la conquista; e l’antico commediante che aveva tracciato inutilmente il suo gesto dovette ancora una volta ammirare quello di sua moglie mentre diceva:

— Tienilo. Pagherai i fornitori.

— L’abito per Meme.

— E il tuo se devi accompagnarlo.

— E per te?

Renata rise del suo riso bello e perfido. La felicità grossolana che scorgeva nel volto di suo marito le suggeriva il desiderio di conturbargliela. Rispose:

— Non è tempo di pensare a me; troppi pericoli ancora ne circondano.

— Pericoli? — fece Giacomo Dena subitamente abbattuto. — Quali pericoli?

— Tutti.

— Ma se hanno accettato, e i denari sono qua?...