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oramai non c’era rimedio. Egli poi non mi lasciò il tempo di pentirmi.
— A questo modo — disse precipitosamente con un calore ed una veemenza che avevano tutto quello che occorre per persuadere — non è più possibile andare innanzi. Io ho bisogno di sapere chi è lei e dove posso trovarla o almeno scriverle quando non ci possiamo vedere qui.
— È tutto questo che voleva dirmi?
— Le sembra poco?
— Al contrario! Trovo che è troppo.
— Sì, è vero — egli disse abbassando la fronte con quel suo atto leggiadro che mi piace tanto — sono stato troppo ardito, mi perdoni. Ma almeno il suo nome!
Pensai un nome; ma a farlo apposta non mi venivano in mente che nomi brutti da vecchie: Anastasia, Pulcheria, Geltrude. Non volevo poi apparirgli ridicola. Vedendo che esitavo egli soggiunse:
— Io nella mia mente glie ne ho già dato uno: Stella.
— Non c’è male. È un nome italiano; non potrei offrirgliene uno migliore. Vada per Stella.