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Pagina:Neera - Crevalcore, Treves, 1907.djvu/215

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sorbente, inebbriante. Vivo come un automa in tutto ciò che non è Lui. Le voci di coloro che mi parlano, la stessa voce di mio padre, io le odo ammorzate dalla fitta siepe di sensazioni amorose che mi circonda; mi sembrano voci lontane di persone che vivono in un altro mondo. E poichè non posso parlare della sola cosa che mi riempie il cuore, taccio.

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Oh! mio Dio, una lettera trovata nel tronco della quercia m’annunzia la sua partenza per domani e mi scongiura di andare oggi sull’imbrunire a salutarlo. Sono otto giorni che non lo vedo!

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Come possono stare così vicini il paradiso e l’inferno? la delizia del suo primo bacio e lo strazio della separazione?... Egli pure era molto commosso. Quando giura che sono il suo primo amore non mi è difficile crederlo, è tanto giovane! Ma anch’egli è stato per me la rivelazione e la vita.

Ci siamo promessi oggi solennemente da-


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