Pagina:Neera - Crevalcore, Treves, 1907.djvu/279

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A questo nome un raggio di luce diabolica balenò nella mente stanca di Meme. Scarpitti! Giacomo Dona!... Balzando all’uscio e aprendolo, prima che nessuno pensasse a trattenerlo, scese le scale a volo cercando di raggiungere i suoi compagni nella sala a pian terreno dove li aveva lasciati; ma nella corsa forsennata trovossi al buio, si smarrì, ed i suoi urli disperati rimbombarono in tutta la casa come una squilla d’allarme.

Poco tempo dopo il domestico lo riaccompagnava di sopra affranto. Scarpitti e Giacomo Dena alle prime grida udite erano saltati in vettura allontanandosi dalla Villa.

Spietato fino all’ultimo, il generale sibilò all’orecchio del barone:

— Ditegli almeno che il milione lo hanno ricevuto. Così avrà fine la commedia.

*

Pallido come un morto, il marchese di Crevalcore si ripresentò alla sposa. Ma non era la sua una pallidezza da pusillanime; sul volto cereo gli occhi gli brillavano feb-