Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/131

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comprendere certe brutture. Immagini una fanciulla buona come lei, come lei onesta e pura che un briccone ha sedotta e resa madre... Ah! vede? Ella trema già, diventa smorta... Immagini l’orrore, la disperazione, la follia della povera tradita: poichè lo scellerato rinnegò il figlio, trattò la sedotta da calunniatrice abbandonandola in tale stato miserando da spingere l’infelicissima a suicidarsi col bambino in seno.

Il volto divenuto cereo che Minna chiuse tra le palme rimase a lungo sotto la chiostra che lo proteggeva e quando finalmente lo liberò Stello non vi lesse che un profondo senso di pietà.

— È orribile nevvero?

— Sì, orribile.

— E l’assassino vive!

Alla parola assassino un brivido percorse il corpo di Minna e una rapida vampa di rossore le invase il volto.

Con somma meraviglia di Stello ella disse lentamente quasi parlando a sè stessa:

— Nulla giustifica il suicidio.

— Neppure quando il suicidio morale è già avvenuto? Quando mancano ad un tratto