Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/308

Da Wikisource.

— 296 —

— Viole! viole! — gridavano i fanciulli e le fanciullette del contado rincorrendo i passeggeri. — Viole! Viole! — ripetevano le donne ferme sui canti delle vie coi loro cestelli sulle braccia.

Era la stagione in cui la terra fa dono agli uomini delle sue prime grazie. L’aria portava in grembo volate di pòlline, gli arbusti si coprivano di fiori, ogni ramo aveva la sua gemma. Anche la città dei morti partecipava a questa letizia del creato rifiorendo in ogni zolla, sotto gli alberi che si infoltivano del verde caro alla pietà dei superstiti.

Due signorine passeggiavano lungo i Colombari leggendo le epigrafi. Disse l’una:

— Perchè chiamano il cimitero un luogo triste? Il cielo vi ride così ampiamente, i viali sono ben tenuti, le tombe fresche di rose e in ognuna di esse riposa una persona così piena di meriti!