Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/44

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Egli l’aveva attirata verso la ringhiera e vi stavano appoggiati tutti e due, gomito contro gomito, non più guardando gli astri, ma colle pupille intente al corso lento dell’acqua che accelerandosi in alcuni punti faceva muovere l’ombra delle case come fossero persone vive.

— Il fascino dell’acqua è sempre grande per me, nato sulle rive di un fiume; ma alla notte assume proporzioni addirittura fantastiche. Non le suggeriscono forse questi gorghi misteriosi che la nostra fantasia può arricchire di fondi inesplorati l’ipotesi di sconosciute città, di mondi strani sepolti da secoli? Non so pensare che pochi metri al di sotto di quest’acqua giace uno strato volgarissimo di mota; ci crede lei? Io, oltre agli abissi del cielo e delle onde, intravedo l’infinito.

Un calore nuovo, un accento che Minna non aveva mai trovato nelle parole di nessuno e neppure di Filippo, la turbavano profondamente. Accanto a quel giovane che da tanto tempo ella adorava in silenzio, al quale aveva in cuor suo innalzato un altare più degno di un nume che di un