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uomo, sotto la doppia attrazione dello spirito e dei sensi, il fiore della sua femminilità si apriva sitibondo d’amore e di gioia. In quell’istante divino i vent’anni della sua vita trascorsa dileguavano, nulla più esisteva per lei fuorchè l’attimo fuggente. Pure un intimo istinto le suggerì ancora una volta di allontanarsi.
— Che fa? – disse Filippo trattenendola.
— Suonarono altre ore all’Orologio della Passione. E tardi, è tardi.
— E che le importa? Resti. L’ora della passione è quì!
Aveva mormorato le ultime parole all’orecchio di Minna, e poichè sfiorandole la guancia si era sentito invaso da un serpente di fuoco, smarrito e fuori di sè le circondò la vita con un braccio stringendola, mormorandole altre parole tenere e ardenti.
Minna allora come all’improvviso spalancarsi di una voragine ebbe paura e gettò un grido.
Troppo tardi. Filippo l’aveva sollevata da terra soffocandole il grido fra le labbra; l’abito bianco della fanciulla volteggiò per un istante nell’aria e sparve con lui.