Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/70

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e lei andava al suo sogno: Ecce ancilla.

Certo, nel suo pensiero di vergine doveva aver foggiato diversamente il sacrificio; ma la rivelazione brutale di un fatto che non sospettava neppure e che l’avrebbe pervasa d’orrore in qualunque altra circostanza, di fronte all’uomo ch’ella aveva scelto ad arbitro del suo destino non volle approfondire; non volle sopratutto che l’egoistica pietà di sè stessa scemasse il significato grandioso, quasi religioso, della sua dedizione. Si infiammò al contrario nella generosità di quell’olocausto rapito colla sicurezza dispotica di un Dio, ceduto coll ’umiltà ardente di un devoto.

Non era stato tutto il suo amore per Filippo Cònsolo un lungo e segreto atto di adorazione? Ed ella si considerava così poca cosa; era realmente così poca cosa!

Fin dove giungevano le sue più lontane memorie Minna vedeva una fanciullina vestita a bruno che nessuno chiamava bella, che nessuno baciava mai, intorno alla quale non fioriva nessuno dei sorrisi dell’infanzia.

Figlia di un amore colpevole, orfana, rac-