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Pagina:Neera - Il libro di mio figlio.djvu/81

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il libro di mio figlio 73


sentiamo che si agitano le fila del nostro destino.

Gli altri? Chi? Tutto il mondo. I nostri amici e i nostri nemici, i vicini, gli assenti, i futuri; coloro che amammo nel passato e coloro che, sconosciuti oggi, segneranno domani il loro nome incancellabile nella storia della nostra vita.

Non siamo più noi nella sostanza, ma siamo ancora noi collettivamente; sono gli anelli della nostra catena, le faccie del nostro prisma, i nostri maestri, i nostri scolari, i nostri giudici; attori a vicenda e spettatori, la ragione unica del nostro essere, perchè se non ci fossero essi, noi non potremmo nè amare, nè odiare, nè combattere, nè produrre, nè esser buoni, nè esser cattivi e nemmeno vivere. Il nostro io, quell’io di cui siamo così teneri, non sarebbe che una nullità, uno zero senza valore, un atomo disperso.

L’uomo solo nella immensità del creato, sarebbe più meschino del filo d’erba che