Pagina:Neera - Il marito dell'amica.djvu/197

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nuto davanti allo specchio, un solo minuto. Era pallidissima, cogli occhi grandi, cinti di violetto; strinse le labbra, commossa; a Emanuele piacevano i suoi occhi così. Aveva un pajo di stivaletti che scricchiolavano; li levò e si pose le pianelle.

Nell’aprire l’uscio, una corrente d’aria le spense il lume. Dovette brancicare ai bujo, urtandosi contro i mobili, debole così da reggersi appena.

Quand’ebbe riaccesa la candela, sulla soglia dell’uscio, esitò. Aveva nel petto un rodio, come se due mostri ignoti si contendessero a colpi di zanna il suo cuore.

Uscì finalmente, attraversando in punta di piedi il gabinetto dalla tappezzeria verdemare, attiguo alla stanza di Sofia. Sul divanuccio c’era l’abito che Sofia aveva spogliato quella sera, lungo, disteso, colle maniche ancora gonfie e il corpetto che sembrava tiepido nella lieve evaporazione delle carni contenute. Maria nel passare lo smosse e l’abito cadde bruscamente per