Pagina:Neera - Il marito dell'amica.djvu/198

Da Wikisource.

— 188 —

terra, con un fruscio secco, come di risata sardonica.

Al gabinetto seguiva il salotto, tutto ingombro di poltrone, di tavolini e di ninnoli eleganti, con due specchi altissimi, posti di fronte, che riflettevano simultaneamente la figura spettrale di Maria. Ella ne ebbe quasi paura e abbassò gli occhi, rifuggendo dal guardarsi, con un aumento di tremore nelle gambe e quel diaccio per tutto il corpo che le dava l’impressione di sentirsi irrigidire.

Due camere ancora la separavano dallo studio di Emanuele; in una di queste, molto ampia, nuda, con un guardarobe altissimo, ella c’era stata appena una volta. Non ricordava bene se l’uscio era a destra od a manca; alzava il lume, per vedere meglio, quando un respiro robusto di persona dormente la inchiodò nel mezzo della stanza, sbigottita. La bambinaja dormiva su un lettuccio, dietro un paravento, colla coltre di filugello giallo tirata sugli occhi, e accanto a