Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/103

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lora occorreva anche una scala, oh! una piccola scala di cinque o sei gradini per salire fino lassù. Già Chiarina si vedeva su questa sua scala a disporre le pezze di fustagno; e perchè non anche qualche taglio di leggiere caroline per camicetta?

Ma chi aveva spalancato i due battenti dell’uscio sì che il rettangolo di sole invadeva bruscamente la botteguccia? Un’ombra sulla soglia, i battenti che si rinchiudono, nell’aria umida e fresca una improvvisa corrente di vita.

— Oh! signor Enzo!

Mai ella troverebbe davanti a lui una diversa attitudine che non fosse quella innocente sorpresa mista di gioia e di tremore, quella esclamazione ingenua tante volte ripetuta, sempre la stessa, nella quale era come un balzo di fanciullo e uno scuotere d’ali.

Oltre la sedia di paglia non vi era nella botteguccia che uno sgabello di legno. Il giovane vi si lasciò cadere con atto famigliare di abbandono.

— Con questo caldo, signor Enzo!

Egli spiegò che era venuto per cercare alcune carte e che sarebbe ripartito in gior-