Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/283

Da Wikisource.

Giovanni non c’è?

— È già uscito.

— Avrò bisogno di lui oggi... Era quasi un figlio per mio padre.

— Sì, sì, è vero. Ma verrà, non dubiti. Verremo insieme... povera Mariuccia!

Nella luce scialba del mattino di ottobre, stando entrambi vicini e ritti accanto alla finestra, Chiarina vide tra le ciocche castagne dei capelli di Enzo, che era minore di lei, alcuni fili bianchi.

— Di già! — pensò Chiarina. E quando si salutarono, gravi e mesti, ella provò ancora l’impeto irresistibile di serrarsi contro il cuore la cara testa che il dolore aveva baciata nascendo e intorno alla quale sorgeva innanzi tempo la pallida aureola del tramonto.

— Il trasporto, credo, sarà per domani.

— Disponga di noi in tutto e per tutto.

— Aspetto Giovanni; glielo dica.

Furono le ultime parole che Enzo pronunciò quasi fuori dell’uscio. Chiarina uscendo a sua volta pochi istanti dopo volò in cerca del fratello.

Anche Giovanni rimase atterrito all’annuncio improvviso. Fece chiudere il negozio e insieme a Chiarina si recarono subito in via