Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/289

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a Giovanni immensamente abbattuto. Disse ancora:

— Si ritiri. Le fa troppo male a star qui.

— No, Giovanni, non mi fa male. Stavo assai peggio in camera mia pensando che sono le ultime ore in cui lo posso vedere. È vicina l’alba?

Si accostò alla finestra ancora spalancata guardando il cielo; ma il freddo vespertino la fece rabbrividire. Giovanni si affrettò a chiudere le persiane.

— C’ è tempo a venir giorno. Si corichi; dia retta a me. Mariuccia intese in quelle ultime parole un insolito accento, quasi una soavità imperiosa e protettrice.

— È indispensabile che ella prenda qualche ora di riposo.

— Riposerò qui – fece Mariuccia con semplicità.

Giovanni parve riflettere per alcuni istanti e poi disse risoluto:

— No, non conviene.

Ella non aggiunse altro. Docilmente lasciò che Giovanni la prendesse per mano guidandola fuori. Solamente al di là della soglia si volse con impeto ansioso: