Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
106 | madamigella lespinasse |
Nessuno lo eguaglierà mai più! Nessuno può immaginarsi quanto mi abbia adorata. Ah! perchè non sono morta insieme a lui!» — E poi, quasi naturale conseguenza: — «Vi amo! Soffro! Vi aspetto! Non vivo che per voi!» — E sempre così in tutte le centosettanta lettere del volume, alternando il vivo ed il morto, servendosi dell’uno per eccitare l’altro, straziata fra il rimpianto di Mora e il desiderio di Guibert, nella impotenza di riafferrare l’ora ardente della passione.
Singolare imbarazzo anche per il signor Guibert! Fin dalle prime lettere il tono è quello dell’amarezza, segno che l’illusione era stata breve. Madamigella lo ama pazzamente, ma non è contenta del ricambio e gli getta sempre davanti il fantasma del marchese; lo vanta, lo esalta, piange, si dispera, mescendo passato e presente, quello che ha, quello che ha avuto e quello che vorrebbe avere. L’effetto essendo mediocre, ella raccoglie le tenerezze degli altri amici per mortificare o spronare il tiepido amante. Gli dice come tutti si informino della sua salute, come se ne interessino, come non possano stare lontani da lei. Ma Guibert