Pagina:Neera - Il secolo galante, Milano, 1906.djvu/213

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e la contessa d’houdetôt 207


un alleato prezioso agli svaghi delle due signore, provvisto come era di aneddoti e di storielle che sapeva raccontare in un modo piccante e tutto suo, accompagnato dalla vivace mimica napoletana che quelle eleganti parigine comprendevano a meraviglia. Doveva ridere la contessa d’Houdetôt!... Ma pure ridendo alle facezie dell’abate non passava inavvertito al suo fianco il marchese di Saint-Lambert, gentiluomo lorenese, del quale si era incominciato a parlare alla morte della marchesa di Châtelet, disgraziato epilogo di una relazione più galante che amorosa. Egli aveva molto ingegno, molto buon gusto, una distinzione rara anche fra delle persone distinte, e quantunque un po’ freddo e contegnoso, o forse in ragione appunto del contrasto, piacque subito a Mimì. Il loro amore fu un colpo di fulmine, ma un fulmine che colpisce giusto e non lascia più sorgere nulla dove posa. La passione dei versi contribuì forse ad unirli, perchè Saint-Lambert era buon verseggiatore, ma non poeta nel significato sacro della parola.

A questo proposito si legge negli Annali letterari del secolo il seguente dialogo: «Converrete che