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250 la contessa di genlis

sono che il coronamento di tutto quell’edificio convenzionale, barocco, vuoto, che la contessa Genlis si eresse da sè nelle sue Memorie. Nulla mancò a questa donna, nascita illustre, bellezza, ingegno, coltura, amore, fortuna. Non mancò che lei a se stessa, inferiore sempre a tutte le Circostanze della sua vita.

Mi si troverà severa; ma c’è di più: lo sono con piacere. Nessuno mi obbligava a parlare della Genlis e a parlarne male, se io non vedessi in lei tutto un sistema sbagliato di giudizio, un falso indirizzo dell’educazione e della morale, quella morale così pronta a mettersi in allarme per una grande passione e così tollerante della leggerezza, della vacuità, delle anime fredde, meschine, piccine, che non hanno l’aria di fare un gran male, ma che vanno disseminando la volgarità e soffocando l’ideale.

Se madama di Genlis, per assaggiare di tutto, non si fosse piccata di fare l’educatrice e di scrivere dei libri morali e religiosi, poco danno. Ella