Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/110

Da Wikisource.

— 100 —


— Anima mia!

— Mio sospiro!

A questo punto ci trovammo davanti alla porta di casa sua e Wilhelmine sciogliendosi dal mio braccio cercò nel taschino dell’abito la chiave.

— Quanto mi duole lasciarti! — mormorò ella improvvisamente. — Ho paura di morire stanotte e di non vederti più!

Le donne hanno di queste idee funebri nelle ore più liete. Risposi:

— Se vuoi, mi coricherò sotto alla tua finestra, sul muschio profumato e sognerò di te.

— Vieni! — ella disse prendendomi gentilmente per la mano; — voglio mostrarti il mio piccolo giardino; intanto passerà la prima parte della notte e non avrò più paura a restar sola.

Era buio come nella coscienza di un ambizioso, ma ella volle ad ogni costo farmi vedere un boschetto in fondo al giardino ed io per creanza le dissi che era bellissimo.

— Entriamo nel folto di queste piante; udremo cantare l’usignuolo.

— E vi resteremo, amor mio, fino ai primi trilli dell’allodoletta.

Passai il mio braccio intorno alla sua vita e i suoi biondi capelli profusi m’avvolsero in un’au-