Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 146 — |
come una stella la trasportava. Bionda come l’oro, bionda come le spiche sono paragoni soliti e prosaicamente terreni; ma una stella!
— Dio! come sono infelice! — concluse l’ideale donnina — mio marito non s’è mai accorto ch’io ho i capelli di questo biondo.
Il marito evocato in modo così poco lusinghiero apparve, quasi per incanto, sulla soglia dell’uscio. Aveva le sue pantofole nere ricamate a mazzi di rose e le mani in tasca.
— Carolina, mia cara, vai a dare un’occhiata a quei piccioni?... se il naso non mi tradisce sentono un po’ l’abbruciaticcio.
Un’occhiata ai piccioni; ella! le cui pupille facevano palpitare un poeta!
⁂
L’ideale di Carolina, statemi attente fanciulle,1 che parlo per voi, era un marito impossibile. Un marito che si alza alla mattina colla voglia di sciogliere un inno al creato; che passa il resto del giorno a indovinare i pensieri di sua moglie, a trasalire co’ suoi nervi, a palpitare col suo cuore;
- ↑ Non bisogna dimenticare che queste novelle furono scritte trent’anni fa.