Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/235

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Non si profuse, a dir vero, in soverchi ringraziamenti al suo giovane ospite ma gli strinse vigorosamente la mano e gli disse:

— Amici per la vita. Vuoi?

Il fanciullo evitò lo sguardo scintillante di Patrizio e rispose debolmente alla sua stretta: pure lo accompagnò sul pianerottolo e non si mosse finchè gli stivali di Patrizio scricchiolarono sotto la porta: allora rientrò nella cameretta, aperse la finestra e vide Patrizio che si allontanava franco, spigliato, ricantando con aria baldanzosa:

La coppa di Pippo,
La pippa, la poppa.

Gildo chiuse la finestra e venne a sedersi sul letto appoggiando la testa sul guanciale ancora caldo. Piangeva.

Erano passate due o tre settimane.

Patrizio, nella sala terrena della Croce Bianca, arringava mezza dozzina di studenti suoi amici particolari. Il tema era questo:

«Dimostrare che il mondo civile si appoggia sul progresso, il progresso sulla scienza, la scienza